In una “qualche versione della nostra attuale realtà” (“some version of the real world ” i.o.) veniamo introdotti, attraverso la narrazione in prima persona della protagonista, nella cosiddetta Area X, una parte di territorio il cui ecosistema è stato stravolto e trasformato in qualcosa che nessuno riesce realmente a comprendere, qualcosa che biologicamente non potrebbe neanche esistere.
Il misterioso Evento da cui si è originata l’Area X è stato ufficialmente catalogato come disastro ambientale dalla Southern Reach l’agenzia incaricata di indagare sulla natura dell’Evento le cui cause sono in realtà sconosciute, così come resta di natura sconosciuta, a tratti insondabile, l’Area X nonostante le undici spedizioni che si sono succedute nel tentativo di investigarne le caratteristiche. In Annihilation (Annientamento in italiano), primo libro della Southern Reach Trilogy pubblicato a febbraio 2014, seguiamo le vicende della dodicesima spedizione composta da una psicologa, leader del gruppo, un’antropologa, un’addetta alla ricerca statistica e una biologa, l’io narrante.
Attraverso gli occhi e le considerazioni della biologa – senza nome come le sue colleghe – VanderMeer riesce efficacemente sia a modellare il personaggio di cui cogliamo subito il carattere introverso, solitario e tenace, sia a trasmetterci quel senso di meraviglia che facilmente sconfina con l’inquietudine quando non apertamente con l’orrore. Tutto il racconto dispiegato attraverso le pagine di Annihilation restituisce la sensazione di qualcosa di inafferrabile e al tempo stesso inesorabile, qualcosa che la biologa percepisce come l’impossibilità di opporsi alla trasformazione. Il lettore sperimenta questo senso di bizzarro e indefinito due volte: nel non sapere come decifrare ciò che viene mostrato, e nel doversi affidare a quello che è un punto di vista, quindi viziato dalla parzialità della soggettiva, anche se le digressioni sul passato della protagonista forniscono una chiave per interpretare il suo modo di leggere gli avvenimenti e capire quali sono le motivazioni dietro la scelta di unirsi alla spedizione.
Quello di cui il lettore trova conferma in Authority, il secondo volume della trilogia pubblicato a maggio 2014, è l’ambiguità della Southern Reach. La preparazione dei membri della spedizione non era risultata inadeguata per carenza di materiale di studio ma, come intuito dalla biologa, quella di non fornire tutte le informazioni in proprio possesso era stata una precisa scelta della Southern Reach la cui struttura e modo di operare diviene l’oggetto di indagine da parte del protagonista di Authority.
Control, John Rodriguez nella vita privata, è ora il nuovo Direttore ma la sua autorità viene continuamente sfidata dall’assistente del precedente Direttore che ne mette in dubbio competenza e obiettività. Lo stesso Control, ironicamente sempre meno in controllo di sé stesso, della sua posizione nella scala gerarchica, della sua vita in generale, a suo modo sfida l’autorità dei suoi superiori cercando di indagare ben oltre il suo mandato e in direzioni impreviste: non solo Control è interessato all’Area X ma anche al confine fisico che la delimita e che ne permette l’accesso in un unico punto. Un confine (“border” i.o.) la cui esistenza è legata all’Area X ma non necessariamente causata dello stesso Evento.
Il secondo volume della trilogia, narrato in terza persona, si discosta dal primo anche per il ritmo, più serrato e ricco di interazioni tra i personaggi, con una marcata impronta da spy-story. Come in Annihilation in nessun momento del racconto si dirada l’atmosfera surreale e a tratti sinistra, anzi viene amplificata durante la visione dei video delle prime spedizioni: molto più simili all’invio di un gruppo di cavie che a esplorazioni, con l’ambiente meccanicamente e invariabilmente definito dai partecipanti come una “landa selvaggia e primordiale” (“pristine wilderness” i.o.) ma a vedersi molto minacciosa, spesso più inquietante che semplicemente “selvaggia” e sicuramente dotata di un potere “trasfigurante”.
La Southern Reach è dunque un’Agenzia che nasconde molto più di quanto riveli ai suoi stessi dipendenti, più incline a scegliere il controllo totale delle informazioni che la loro divulgazione anche quando si tratta della sorte dei propri esploratori, ma le scelte di Control vanno in una direzione opposta: Southern Reach è, infatti, anche un racconto di identità e individualità, di accettazione del cambiamento anche quando le sue implicazioni sono sconosciute.
Annihilation e Authority, i primi due libri della Southern Reach Trilogy, sono stati nel frattempo pubblicati in Italia da Einaudi (col titolo di Annientamento e Autorità) e raccolti insieme al capitolo finale Accettazione in una bellissima raccolta. I volumi in lingua originale ad ogni modo sono facilmente reperibili anche in Italia in formato cartaceo o digitale presso numerose librerie online. I primi capitoli dei due libri sono disponibili in forma gratuita qui e qui.
È notizia recente inoltre l’acquisizione dei diritti cinematografici sulla trilogia da parte di Paramount Pictures.
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Grazie!
Conoscevo già Jeff VanderMeer grazie a 40K/Bookrepublic che per primi l’hanno tradotto nel nostro paese; queste righe di Mara Ricci sulla Southern Reach Trilogy – oltre a evidenziare dei punti in comune con l’immaginario di China Miéville (penso agli effetti delle Bombe Coppia) – non fanno che aumentare la mia attesa per la pubblicazione curata da Einaudi.
Finire di leggere “Annientamento” è come avvertire l’illusoria sensazione di potersi divincolare da una presa tentacolare ed asfissiante con cui non si è mai imparato a convivere, come riprendere a respirare mantenendo un costante e doloroso affanno, come rialzare la testa non sapendo più dove guardare. Un piccolo grande pezzo di letteratura. Grazie per avermelo fatto scoprire
VanderMeer sarebbe felice del tuo commento “…come avvertire l’illusoria sensazione di potersi divincolare da una presa tentacolare ed asfissiante con cui non si è mai imparato a convivere…” : questa è probabilmente l’esatta sensazione che desiderava trasmettere.